Psicoterapia

Cognitivo Comportamentale

Il modo con cui agiamo emotivamente ed il comportamento emesso non sono automaticamente determinati dagli eventi esterni, ma da come interpretiamo e valutiamo ciò che accade.

Più che la realtà in sé sarebbe la percezione e il significato che diamo agli eventi a fare la differenza. Non è la situazione che determina direttamente quello che la persona prova ma è piuttosto il modo in cui essa interpreta quell’esperienza. Ecco perché diventa così importante, nella psicoterapia cognitivo comportamentale, agire sui nostri pensieri e sui nostri comportamenti per liberarci dai problemi che ci affliggono.

Nel fare questo i metodi utilizzati sono basati sulle evidenze, osservazione di fatti e riconosciuti come efficaci dalla comunità scientifica. Una caratteristica centrale di questo approccio è l’estrema trasparenza e chiarezza delle logiche e dei metodi utilizzati: questo permette alla persona non solo di cambiare, ma anche di comprendere il come e il perché del suo cambiamento. Così durante il percorso di psicoterapia la persona non solo viene guidata verso la risoluzione di un problema, ma affronta un percorso di apprendimento in cui impara a padroneggiare gli strumenti del suo stesso cambiamento, divenendo “esperto/a di se stesso/a”.

Il modello interpretativo comporta una mancanza di consapevolezza di quei pensieri, emozioni e sensazioni che provocano una reazione emotiva o un comportamento disfunzionale.

Obiettivo della terapia cognitivo comportamentale è modificare i pensieri negativi, le emozioni e i comportamenti disfunzionali dell’utente per ridurre ed eliminare il sintomo o il disagio psicologico.

ACT

L’ ACT: Acceptance and Commitment Therapy è una nuova forma di Psicoterapia, con solide basi scientifiche (Hayes, 2004), basata sulla RFT: Relational Frame Theory (Hayes, Barnes-Holmes, e Roche, 2001), introdotta di recente dalla Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale.

Ogni persona è accompagnata nella sua esistenza dalla sofferenza psicologica. Essa non solo è normale ma è importante che ci sia. E’ impossibile sbarazzarsene in modo volontario però si possono prendere provvedimenti per evitare d’incrementarla in modo artificiale.

C’è una differenza sostanziale tra il dolore e la sofferenza. Occorre non identificarsi con essa e scegliere di vivere la propria vita lasciandosi guidare dai propri valori anziché da ciò che la mente talvolta in modo automatico e meccanico ci racconta, a partire dal momento attuale.

L’ ACT guida pertanto la persona nell’ apprendere nuove modalità per relazionarsi con il contesto di appartenenza e le difficoltà di natura psicologica.

L’Acceptance and Commitment Therapy ha come obiettivo aumentare la flessibilità psicologica dell’individuo.

L’ACT invita a uscire dalla propria mente ed entrare nella propria vita intraprendendo azioni impegnate in direzione di quelli che sono i propri valori e nel farlo, guida l’utente in un lavoro centrato su sei processi importanti (R. Harris, 2012):

1. Mindfulness: essere nel momento presente.

2. Sé pensante: osservare il proprio pensiero e riconoscere i pensieri poco utili.

3. Accettazione: aprirsi alle emozioni e sensazioni che si presentano.

4. Sé come contesto: pura consapevolezza, parte di sé che osserva.

5. Valori: individuare cosa è importante per sé.

6. Azioni impegnate: agire in base a ciò che è importante per sé.